Ed ora è il momento di espugnare il "Picchi"
Livorno - Anche stavolta il Livorno ha indossato i panni del corsaro ed è andato a cogliere tre punti in quel "Franco Ossola" spauracchio da tre anni delle avversarie del Varese. Di contro il Livorno negli ultimi anni ha una buona tradizione, con quattro pareggi e due vittorie negli ultimi sei confronti sul campo varesino. Per quanto possano valere i giudizi dopo quattro turni di campionato, per adesso gli amaranto sono la fotocopia della scorsa stagione: difficoltà a fare la partita in casa, cinici e spietati sui terreni di gioco altrui. Un punto in due gare al "Picchi" con nessuna rete all'attivo, sei in due trasferte con quattro gol. Una sproporzione immensa, una diversa tabella di marcia che necessita di un riequilibrio. Il calendario dà una mano al Livorno: sabato arriva la Juve Stabia di Danilevicius, ferma a 0 punti (in realtà uno, vista la penalizzazione), non trascendentale nonostante abbia fatto soffrire per un'ora il Brescia nell'ultimo incontro. Si riproporrà il canovaccio della gara contro la Nocerina, questo è quasi sicuro, con il Livorno a dovere fare la partita ed i campani a difendersi e strappare il risultato. E proprio condurre le danze non pare ancora essere il punto di forza della squadra di Novellino, esattamente come il campionato passato, un difetto che alla fine è costato l'accesso ai play-off. E' vero che la squadra è più giovane rispetto all'ultima e quindi bisognerà avere ancora un po' di pazienza, molto probabilmente, per trovare una certa continuità di risultati, ma se l'obiettivo è quello di centrare gli spareggi promozione, il "Picchi" deve tornare ad essere il fortino quasi inespugnabile del passato, soprattutto quando le avversarie sono squadre ampiamente alla portata. Intanto a Varese c'è stata una reazione da non sottovalutare ed in particolare i giovanotti Remedi e Rampi hanno convinto e ciò è merito di Novellino, capace di recuperare il morale della squadra dopo il ko di una settimana prima. Il Livorno ieri ha giocato con serenità, ha saputo aspettare ed essere cinico quando sono capitate le occasioni giuste, esattamente come a Crotone. Adesso quella serenità bisogna infonderla anche quando c'è da giocare davanti ai propri tifosi, unita ovviamente alla voglia di vincere, che è ben altra cosa rispetto all'assillo del risultato, quello sì veramente deleterio e psicologicamente distruttivo.