Revocata la promozione al Figline, il Livorno sente odor di Serie D
Firenze – Il Tribunale federale territoriale della Toscana, riunitosi al centro tecnico di Coverciano a Firenze nella giornata di oggi, mercoledì 10 luglio, ha emesso, in tempi record, la sentenza sul caso Figline, finito al centro di un’inchiesta della Procura federale sulla base delle accuse mosse ad alcuni suoi tesserati, ritenuti responsabili di aver provocato la sconfitta della loro squadra per 5 a 1, lo scorso 11 maggio, sul campo del Tau Altopascio, al fine di costringere lo stesso Tau e il Livorno a giocarsela senza tatticismi nell’ultimo turno della poule promozione di Eccellenza allo stadio d’Ardenza (la gara vide poi la vittoria del Tau, ndr) in modo da trarne vantaggio.
La Procura federale chiedeva, tra le altre cose, la retrocessione del Figline nel campionato di Promozione. Il Tribunale federale toscano, riunitosi nell’aula magna del centro tecnico di Coverciano, ha invece revocato al Figline la sola promozione in Serie D con il posizionamento all’ultimo posto della poule promozione alle spalle di Tau Altopascio e Livorno ma con la conservazione del diritto a partecipare al prossimo campionato di Eccellenza. Questa decisione, di fatto, apre al Livorno le porte della Serie D, anche se gli organi federali, secondo quanto risulta ad Amaranta.it, stanno effettuando le ultime verifiche sul piano dei regolamenti e della loro corretta applicazione prima di comunicare ufficialmente il nome della squadra avente diritto a salire di categoria. Logica vuole che, in virtù del meccanismo dello scorrimento della classifica, se in un girone a tre vi sono due promozioni e la seconda delle promosse viene retrocessa all’ultimo posto della graduatoria, seconda diventa la terza classificata, che nel caso di specie è il Livorno, che dunque dovrebbe aver diritto all’ammissione alla divisione superiore.
Per quanto riguarda i rappresentanti od i tesserati del Figline Valdarno accusati dalla Procura federale, l’ormai ex direttore sportivo della società, Emiliano Frediani, nel frattempo esonerato dall’incarico, è stato inibito per cinque anni, mentre il presidente del club valdarnese, Simone Simoni, è stato inibito per tre anni per omessa denuncia. L’allenatore del Figline, Marco Becattini, è stato squalificato per tre anni. I giocatori Vanni Burzagli, Andrea Saitta e Mattia Privitera, per i quali erano stati chiesti nove mesi di squalifica e un anno e mezzo di servizio di volontariato, sono stati squalificati addirittura per due anni ciascuno, con un inasprimento della sanzione sul piano sportivo.
Il Figline, adesso, ha sette giorni di tempo per presentare ricorso in appello alla Corte federale nel caso volesse porre la richiesta di una revisione della sentenza di primo grado. Contro la sentenza di secondo grado, in ultima istanza, il Figline potrebbe invece ricorrere al Collegio di garanzia del Coni.