Il futuro potrebbe essere radioso
Livorno - Non ci siamo, ancora non ci siamo. Anche la partita con il Follonica Gavorrano, formazione di tutto rispetto per la Serie D, ma che una squadra che si chiama Livorno dovrebbe far fuori in un solo boccone, è finita con una mezza delusione per gli amaranto. Il pareggio, soprattutto per il modo in cui è maturato, non può infatti dirsi soddisfacente.
E’ vero, rispetto ad altre, questa volta il Livorno ha giocato un po’ meglio, con più brio e maggiore determinazione, ma nel complesso siamo alle solite. Si va in vantaggio con fatica e ci si fa rimontare quasi subito. Neanche sette minuti, questa volta, è durato il vantaggio del Livorno. Il gol degli amaranto è arrivato a conclusione di una pressione iniziata nel primo tempo. Il Follonica Gavorrano, invece, ha fatto un tiro e un gol.
Manca la fonte del gioco. Questa mancanza è evidente. Così come manca il goleador, colui che risolve le partite nei momenti più difficili, anche se maggiore fiducia a Frati, il sottoscritto, la vorrebbe veder accordata. Proprio Frati, contro i maremmani, aveva portato in vantaggio la squadra trasformando un calcio di rigore. Lo stesso Frati, nel primo tempo, aveva effettuato l’unica conclusione degna di nota. Poi le cose sono andate a finire come sono andate. I cambi non hanno dato i frutti sperati e il pareggio è stato il giusto epilogo di una partita che non ha regalato grandi emozioni.
Inevitabilmente i ragazzi si sono presi i fischi, a fine gara. Molti li mettono sul banco degli imputati perché non riescono a dare di più. Personalmente, invece, parto da un altro assunto. Questi giocatori hanno dei limiti, ciò è evidente, ma li avevano anche prima di venire a Livorno. Non è che fischiandoli, mettendoli in croce, diventano dei campioni. Di responsabilità ne hanno, certo, ma non sono gli unici ad averle. Chi li ha scelti, chi ha assemblato la squadra, è responsabile almeno quanto loro.
La questione è nota. La giustizia sportiva ha riconosciuto al Livorno la promozione in Serie D solo ad agosto e ciò ha inevitabilmente condizionato il mercato. La conseguenza è che un po’ a causa della fretta con cui è stata assemblata la squadra, un po’ per via di alcune scelte sbagliate, la formazione amaranto non sta rispondendo positivamente a quelle che, nonostante tutto, erano ed ancora sarebbero le legittime aspettative della piazza. Non a caso, in queste settimane, si sta rivoluzionando la rosa dei giocatori, dopo aver sostituito l’allenatore Collacchioni con Esposito.
Anche se la società del presidente Toccafondi sta cercando di non lasciare niente di intentato, purtroppo al momento c’è poco da illudersi. Bisogna essere realisti. Finché c’è gioco c’è speranza, è vero. Tuttavia, al giro di boia, vincere il campionato e salire direttamente in Serie C sembra un’impresa titanica, così come per nulla facile appare anche il raggiungimento dei playoff. Fermo restando che Pianese ed Arezzo sembrano destinate a giocarsi la promozione diretta, le squadre in lotta appaiono tutte dello stesso livello o quasi, Livorno compreso, con Follonica Gavorrano, Poggibonsi, Flaminia, Città di Castello e secondo chi scrive anche il rafforzato Grosseto, a disputarsi con gli amaranto e la perdente dello scontro al vertice l’accesso ai playoff utili a definire la griglia degli eventuali ripescaggi. In tutto, almeno sette squadre a giocarsi quattro posti che, dopotutto, non garantiscono in modo sicuro il ripescaggio in C.
A questo punto, anche se è un peccato dover ragionare così a metà campionato, fermo restando che forse ad inizio stagione andava dichiarata con maggiore chiarezza la reale forza della squadra, l’unico modo per volgere in positivo una stagione altrimenti deludente ma anche sfortunata, costellata da molti infortuni, ad esempio quello di Apolloni, è partire dalla rivoluzione copernicana in atto per dare il via alla costruzione di una rosa forte e vincente in vista del prossimo torneo, pur senza rinunciare alla lotta in corso.
A gennaio, secondo quanto si apprende, arriveranno dei giocatori in grado di fare la differenza. Ce lo auguriamo di cuore. Ma lo snodo, al di là dell’esito del campionato in corso, sta nella reazione e nella predisposizione della piazza sportiva. Se essa riuscirà a capire e digerire che quello in corso non può che essere un anno di proficua transizione, se però la società a porre realmente le basi per un futuro importante, nel giro di qualche mese il futuro potrà finalmente arridere al Livorno e ai suoi tifosi che, anche se la squadra è in quarta divisione, sono sempre e comunque da Serie A.