Il bimbo con la maglia senza numero
Piombino – Sono il bimbo con la maglia senza numero, entro nel secondo tempo, incanto la folla con dribbling, palleggi, con le mie serpentine. Sono il bimbo di babbo Oriano che vive di pesca e di mare, ma anche di calcio. Sono il bimbo di mamma Roberta che viene al Magona a vedermi giocare. Sono il bimbo di Pietro Cattaneo che mi fa volare, ma anche di Alfredo Pierozzi che m’insegna il mestiere. Maglia nerazzurra di tutta una vita che torni dopo giri infiniti, dal rossonero del Milan, al Livorno amaranto con Protti e Allegri. E negli anni lontano dal mare, a Suzzara, provincia lombarda, quanto mi sei mancata Marina e le fonti in amore con quel refolo antico di salsedine pura! Babbo Oriano seduto sul porto ad aspettare, a tendere reti nel vento, a vedere il Piombino giocare, quel Piombino dove son voluto tornare, tra Magonello e amore, una vita all’attacco, famiglia, l’amico pallone. Capitano, il giocatore più esperto. Allenatore, chi l’avrebbe mai detto? Per tutti sono il bimbo d’un tempo dal sorriso aperto, di sfida, sincero. Mezz’ala per tutta la vita, adesso la maglia ha il suo numero impresso, pure se il calcio fa parte del mio passato. Sono il bimbo che rivede suo padre e sua madre, Alfredo e Pietrino, son chi nasconde la palla, chi ti fa impazzire, sul campo di via De Sanctis, al Magona, all’Ardenza, persino a San Siro. Sono un sorriso nel vento. Sono un bambino. Sono un ricordo perduto nel tempo.