Il capocantiere con il sorriso

22.08.2024 14:05 di  Gianluca Andreuccetti   vedi letture
Paolo Indiani
Paolo Indiani
© foto di Nicola Ricci, Amaranta.it

Livorno – Un gol di Michele Currarino a tre minuti dalla fine dell’amichevole con la Pistoiese, peraltro sembrato pienamente a suo agio malgrado sia a disposizione di mister Paolo Indiani da appena cinque giorni, ha l’effetto di imporre il risultato di parità all’ambiziosa squadra allenata da mister Domenico Giacomarro e, disegnando un mezzo sorriso sul volto del tecnico nativo di Certaldo, evita all’undici amaranto la prima sconfitta della stagione davanti al proprio pubblico e la quarta sconfitta nelle cinque amichevoli fin qui disputate contro Pontedera, Carpi, Seravezza, Virtus Entella e, appunto, Pistoiese.

A dirla così, stando ai freddi numeri, ci sarebbe poco da stare allegri, ma, purtroppo o per fortuna, il calcio non è fatto solo di questi e, anche qualora vi sia qualcuno che lo pensi, le cifre di una squadra nel mese di agosto meritano di essere prese in considerazione con il beneficio d’inventario: è vero, l'undici amaranto ha messo a segno 6 gol a fronte degli 11 che ha subito, non ha mai mantenuto la porta inviolata per più di un tempo (la prima frazione di gioco a Seravezza e la seconda frazione di oggi contro la Pistoiese), e, quel che più conta, ha portato a casa 1 vittoria e 1 pareggio in 5 partite.

Eppure, a due giorni dall’esordio in una competizione ufficiale (sabato 24 agosto alle ore 18:00 il debutto in Coppa Italia contro la Zenith Prato), il tifoso del Livorno ha elementi sufficienti per sperare che l’annata che sta per iniziare possa avere un epilogo positivo: la società ha scelto un allenatore esperto e amante del bel gioco (10 le promozioni in carriera e un modulo, il 4-2-3-1, a cui difficilmente rinuncerà), una dirigenza vigile sul mercato e pronta a intervenire pur di non lasciare nulla di intentato nel tentativo di primeggiare nella corsa alla categoria superiore e un parco giocatori di qualità, formato da un mix di elementi di categoria superiore (il già citato Currarino, Zaccaria Hamlili, Andrea Luci, Giacomo Risaliti), affidabilissimi calciatori di categoria (Duccio Brenna, Riccardo Capparella e Vieri Regoli) e giovani di belle speranze, che hanno i numeri per mettersi in mostra nel miglior modo possibile (Edoardo D’Ancona, Alessandro Malva e Filippo Tani).

Al di là dei numeri, le cinque amichevoli disputate nell’arco delle ultime settimane hanno messo in luce una squadra che, a fronte della presenza di un tecnico nuovo e di ben sedici calciatori appena ingaggiati, sta convintamente lavorando per imporre sempre e comunque il proprio gioco all’avversario, indipendentemente dal fatto che si tratti di una squadra di pari livello, di categoria superiore o della medesima categoria ma con minori ambizioni: a volte ci è riuscita (ad esempio nel primo tempo di Pontedera e nel primo tempo di Leivi, contro la Virtus Entella), altre volte meno, ma, dal punto di vista della reiterazione del tentativo di costruire gioco, gli uomini di mister Indiani non si sono mai tirati indietro.

Volendo analizzare la situazione a tutto tondo, è altrettanto evidente che le stesse partite amichevoli, che hanno evidenziato la propensione della squadra di Indiani a costruire gioco, hanno messo in luce tutte le carenze di un organico che, falcidiato dai tanti infortuni concentrati nel reparto difensivo, ha dimostrato innanzitutto di fare fatica a far fronte alle avversità: Brenna e Risaliti sono i due soli centrali su cui il tecnico nativo di Certaldo può contare, alla luce delle precarie condizioni fisiche di Andrea Fancelli, del ritardo di condizione di Aleksandar Damčevski e della partenza di Ivan Savshak; i laterali difensivi destri e sinistri, lì dove disponibili, sono stati spesso impiegati sulla corsia opposta a quella di loro competenza (Mattia Parente e Mattia Turini, ad esempio, sono stati spesso impiegati a sinistra per sopperire alle assenze di Alberto Arcuri e di Thomas Renda sulla corsia opposta), proprio per far fronte alle tante assenze e al complesso meccanismo delle quote a cui sono subordinate tante delle scelte tecniche compiute da Indiani, al pari degli altri allenatori di serie D.

Non solo. È o sarebbe necessario mettere una parola fine al rebus portiere per evitare di ritrovarsi esattamente come l’anno scorso con tre o quattro potenziali titolari (Nicolò Albieri, Valerio Biagini, Nicolae Danko Ciobanu e Lorenzo Facchetti), la cui gerarchia interna sia principalmente disegnata dal dato anagrafico o dal panorama delle quote presenti in campo: la partita di ieri contro la Pistoiese ha dimostrato che Tani è un potenziale titolare di questa squadra al pari di Daniele Cardelli e che il vero o presunto dualismo tra lui e Ciobanu, imposto più dalla carta d’identità che dalle reali caratteristiche dei calciatori, andrebbe risolto quanto prima nell’interesse di entrambi i ragazzi.

Ultima ma non ultima è la questione attaccante: premesso che il bomber da 20 gol potrebbe già far parte dell’organico a disposizione di Indiani (Federico Russo ha siglato 20 gol non più tardi di tre anni fa quando, agli ordini del tecnico nativo di Certaldo, militava nelle file del San Donato Tavarnelle da lui allenato), ha senso presentarsi ai nastri di partenza con almeno dieci elementi tra ali, punte centrali e seconde punte o, forse, non sarebbe meglio lasciar andare uno o due ingaggi pesanti e provare a puntare tutto su un top player per la categoria?

In conclusione, la partita di ieri pomeriggio contro la Pistoiese ha chiuso idealmente un primo mese di lavoro e un primo blocco di amichevoli, al termine dei quali la tifoseria livornese può guardare al futuro come a un bicchiere mezzo pieno per la presenza di un allenatore vincente ed esperto, per la ricerca di idee di gioco propositive e improntate al raggiungimento del risultato attraverso uno stile offensivo, per la disponibilità di un parco giocatori ricco di qualità tecniche, di esperienza e di belle speranze nonché per l’intraprendenza di una società e di una dirigenza pronte, non solo a parole ma anche nei fatti, a soddisfare le esigenze del tecnico.

Chi scrive, tuttavia, è sicuro di un aspetto: ciascuna delle diciotto squadre che compongono il Girone E della Serie D è alle prese con le proprie difficoltà, indubbiamente proporzionate all’obiettivo che intende raggiungere, e il raggiungimento di quest’ultimo passerà attraverso il superamento di tali difficoltà. Non arriverà primo chi non le incontrerà, bensì arriverà primo chi riuscirà a gestire meglio e a risolvere nel più breve tempo possibile le difficoltà a cui si troverà a dover far fronte: ciò vale per il Livorno di Indiani, per l’ambizioso Grosseto di Roberto Malotti, per il rodato Follonica Gavorrano di Marco Masi e per l’emergente Siena di Lamberto Magrini.

Sarebbe importante che, a tenere insieme tutte le componenti (allenatore, staff tecnico, squadra, tifoseria e società) fosse quel giusto entusiasmo di cui ha parlato in settimana il club manager Luca Mazzoni e che soltanto i primi risultati positivi riusciranno a incrementare.