Undici leoni
Livorno - Partiamo dalla fine. Il ritrovo dei tifosi amaranto, a cui è stato impedito di seguire la propria squadra in trasferta, per accogliere la squadra di ritorno dalla partita vinta a Seravezza è una delle scene che, comunque vada a finire, resteranno nel film di questa stagione. Un segnale importante di come, nonostante critiche, difficoltà e incomprensioni squadra e tifoseria, adesso, sono una cosa sola. Una dimostrazione di compattezza che si era avuta anche in mattinata quando, sempre allo stadio, la squadra aveva ricevuto il caloroso incoraggiamento dei suoi tifosi costretti a rimanere a Livorno da una decisione della questura di Lucca oltremodo discutibile. In quel frangente è stato esposto uno striscione eloquente: Noi vogliamo 11 leoni. E proprio quel drappo ha viaggiato con la squadra ed è stato affisso sulle gradinate, inevitabilmente semideserte, del "Buon Riposo".
Parole di carica e di vicinanza che il Livorno ha fatto sue cogliendo una vittoria incredibile, importantissima e quasi insperata all'ultimo istante con la squadra in inferiorità numerica e l'inerzia della partita tutta a favore dei padroni di casa che pochi minuti prima avevano acciuffato, con merito, la rete del pareggio con il calcio di rigore trasformato da Benedetti a seguito del fallo costato poi l'espulsione a Schiaroli. Il Livorno, grazie alla rete di Nardi all'alba della partita, si era trovato subito in vantaggio ma poi, dopo aver sciupato con Rossetti la rete del raddoppio è caduto negli stessi vizi mostrati sette giorni fa contro il Real Forte Querceta con uno scenario praticamente analogo con la stessa incapacità di mettere in ghiaccio la partita e concedere il ritorno agli avversari. Con un'analogia da non sottovalutare: l'assenza di Andrea Luci. Nel match precedente il capitano era assente per problemi fisici mentre ieri, fino a quando è rimasto in campo, il Livorno aveva tenuto il risultato. Una volta uscito dal campo il Seravezza ha trovato la rete del pareggio.
Per fortuna, però, identico è stato anche l'epilogo. Che ha un nome e cognome: Andrei Tanasa. Il tuttocampista romeno, in un assalto molto simile a quello di domenica scorsa, anche stavolta ha regalato in extremis al Livorno la vittoria, la quarta consecutiva. E nessuno pensi che sia frutto della fortuna. Per carità, quella serve sempre e senza si va poco lontano ma, come recita il vecchio adagio, te la devi anche cercare. Gli amaranto, come detto, sono stati tutt'altro che perfetti ma hanno mostrato voglia, carattere e un furore agonistico che, onestamente, a queste latitudini non si vedevano da molto tempo.
In questa evoluzione il cambio di guida tecnica è sicuramente un'imprescindibile chiave di lettura. Con mister Fossati (ancora imbattuto) lo spogliatoio sembra finalmente aver trovato unità di intenti, la squadra - al netto dei sopracitati difetti - una sua identità e, soprattutto, una mentalità vincente. C'è un momento nel corso della partita di ieri che è davvero simbolico in tal senso: al minuto 87 dopo aver subito la rete dell'1-1 ed essere rimasti con un uomo in meno il tecnico ligure sostituisce un centrocampista come Sabattini con un attaccante, Frati. Un tentativo di far salire la squadra, certo, ma anche un segnale importante a tutti, avversari compresi: il Livorno gioca sempre per vincere. Un rischio? Sì, ma del resto siamo nel momento decisivo della stagione e bisogna avere la forza di prendere scelte coraggiose. Il tecnico amaranto ce l'ha perché è stato proprio Frati a servire a Tanasa l'assist vincente. L'attaccante livornese, ai margini per gran parte della stagione, aveva "spaccato" il finale anche contro il Real Forte Querceta. Questo è un altro aspetto fondamentale: c'è bisogno di tutti e tutti sono "dentro", pronti a dare il loro contributo, anche dalla panchina. Non è poco.
Come detto in fase di presentazione la gara contro il Seravezza era la prima di un trittico che, verosimilmente, risulterà decisiva per il girone E del campionato di Serie D. All'Ardenza domenica, infatti, arriva la capolista Pianese che si presenta all'appuntamento con un misero punticino di vantaggio, frutto della clamorosa sconfitta interna contro il fanalino di coda Ponsacco capace al 92' di portar via dall'Amiata l'intera posta in palio. Detta in breve, se domenica arriva un'altra vittoria sarà sorpasso in vetta. Considerando che la settimana successiva ci sarà la trasferta di Gavorrano, con i rossoblu che al momento sono secondi appaiati al Livorno, la considerazione più importante è presto fatta: il Livorno è padrone del suo destino. Se pensiamo ai ragionamenti che facevamo qualche mese fa sembra incredibile. Invece è tutto vero. Ora, però, poche chiacchiere e testa al campo. Il bello arriva adesso. Giochiamocela.