Esclusiva. Bozzi: "Livorno squadra forte, ha qualcosa in più del Grosseto"

24.09.2024 18:30 di  Gianluca Andreuccetti   vedi letture
Francesco Bozzi
Francesco Bozzi
© foto di Amaranta.it

Seravezza – Nato a Pisa l’1 ottobre di 48 anni fa, mister Francesco Bozzi era uno degli addetti ai lavori presenti domenica allo Stadio Comunale del “Buon Riposo” di Seravezza in occasione della sfida tra Fezzanese e Livorno: il tecnico toscano, attualmente in cerca di una panchina, è reduce da un triennio in cui ha ottenuto una salvezza a Cascina, subentrando in corsa a Luca Polzella a 14 partite dalla fine, una miracolosa salvezza ai playout con il Mobilieri Ponsacco e un’amara retrocessione, ancora con il Mobilieri Ponsacco, subentrando a Carlo Caramelli all’ottava giornata di campionato dopo essere andato via in estate, in un contesto comunque caratterizzato da profonde ristrettezze economiche.

Buon pomeriggio Mister, come mai hai scelto la partita del “Buon Riposo” di Seravezza per trascorrere il pomeriggio della Tua domenica?

Sono solito andare a vedere partite del Girone D o del Girone E del Campionato di Serie D: una fra le più vicine a casa era la partita di Seravezza e sono andato a vederla; ero curioso anche perché non avevo ancora visto il Livorno. Sono comunque un tecnico in continuo aggiornamento e in attesa di assumere la guida tecnica di una nuova squadra, anche a campionato in corso.

Che partita è stata quella tra Fezzanese e Livorno? Ti aspettavi di più da una delle due squadre?

Prima di arrivare allo stadio pensavo già alla Fezzanese come a una squadra che, almeno sulla carta, può avere delle difficoltà e al Livorno, viceversa, come a una squadra che deve ambire al salto di categoria per cui non era difficile immaginare che il Livorno avrebbe provato a vincere la gara in tutti i modi a fronte di una Fezzanese che non avrebbe lasciato nulla di intentato per provare a portare a casa un risultato positivo: in avvio di gara, il Livorno ha sbagliato tanto davanti alla porta e ha subito gol per un errore del portiere; a quel punto la Fezzanese, davanti a un avversario di quel blasone, si è asserragliata nella propria metà campo, ha moltiplicato le energie e ha messo in mostra, tra le altre cose, dei buoni posizionamenti in fase difensiva. L’evoluzione della partita, tuttavia, è stata l’evoluzione naturale del match nel senso che, una volta subito il primo gol, gli uomini di Cristiano Rolla si sono un po’ disuniti e hanno subito anche il secondo.   

Secondo Te, la doppia espulsione nelle file della Fezzanese, portando i liguri a rifugiarsi dietro la linea del pallone, ha complicato o ha semplificato il compito del Livorno?

A dire il vero, non imposterei il discorso in questi termini: nel corso del primo tempo, quando le due squadre erano ancora in parità numerica, il Livorno è sempre stato ampiamente nella metà campo della Fezzanese e, tolta l’azione della traversa che è stata comunque un’azione sporadica, non credo che la Fezzanese sia stata nella metà campo del Livorno per più di 3-4 minuti; il vantaggio trovato dal capitano Mirko Bruccini, bravo a sfruttare una disattenzione difensiva, e la doppia inferiorità numerica non hanno fatto altro che acuire le caratteristiche di una squadra presentatasi al cospetto del Livorno con l’idea di difendersi e ripartire, grazie anche alla presenza di un attaccante rapido come Silvestro Geraci, l’anno scorso al Camaiore, e dello stesso Bruccini.

Veniamo al Livorno di Paolo Indiani: la squadra è seconda in classifica, ha vinto due partite su tre e ha segnato due gol a ciascuno dei suoi avversari, subendone tuttavia quattro. Secondo Te, gli amaranto potrebbero fare meglio sul piano della fase difensiva?

Non mi preoccuperei più di tanto per questo aspetto perché le squadre di Indiani giocano proprio così: tendono a lasciare la parità numerica dietro e a prendersi qualche rischio proprio nel tentativo di mettere tanti uomini in avanti; dal mio punto di vista, è soltanto una questione di settimane (siamo alla terza giornata di campionato, ndr) perché il tempo che Indiani ha avuto a disposizione per lavorare con la squadra è ancora poco. Quando Indiani avrà trovato il giovane giusto da posizionare sugli esterni e a centrocampo, la squadra potrà mettere a punto i propri meccanismi di gioco e viaggerà bene perché dispone di giocatori di qualità: non è raro, proprio per la complessità delle situazioni di gioco che propone, che le squadre di Indiani abbiano manifestato qualche piccola difficoltà nel primo scorcio di campionato e abbiano poi viaggiato con il pilota automatico.

Io vedo tre elementi di criticità in questa squadra: il primo è legato al continuo avvicendamento tra i portieri; secondo Te, alternando Filippo Tani e Daniele Cardelli, seppur per questioni di quote, non si rischia di minare le certezze di entrambi?

Senza nulla togliere a Cardelli, io non credo che Tani sia sceso in campo domenica solo e soltanto per una questione di quote perché il Livorno, a parte Tani, aveva comunque tre quote in campo (Moussa Ndoye Seck, Edoardo D’Ancona e Alessandro Calvosa, ndr): credo che Indiani abbia scelto Tani perché ha valutato gli allenamenti della settimana e ha considerato sia le caratteristiche e la consistenza dell’avversario sia la necessità di far accumulare minutaggio ed esperienza ad un giovane portiere che, alla luce dei tanti “anziani” presenti in squadra, può sempre essere utile tenere pronto con la giusta concentrazione e la giusta mentalità. Detto ciò, l’errore del portiere giovane va sempre messo in preventivo, soprattutto quando si tratta di un ragazzo che proviene dagli Juniores Nazionali, come avviene nel caso di Tani.

Gli altri due sono legati al modulo di gioco: mi sembra che si tratti di un modulo estremamente dispendioso per ciascuno dei reparti della squadra, che lasci un po’ sguarnita la linea mediana del campo e che, non prevedendo soluzioni alternative, porti gli stessi calciatori amaranto a giocare fuori ruolo (domenica scorsa Jacopo Marinari ha concluso come terzino destro e Riccardo Capparella come regista di centrocampo). Cosa ne pensi?

Io ho incontrato per tre volte le squadre di Indiani e, prima di affrontarlo, ho sempre seguito le sue squadre con attenzione: alla luce di ciò, posso dire che Indiani ha sempre tendenzialmente giocato con il 4-3-3 e, quando  gli è stato possibile, ha provato a giocare con due uomini a centrocampo (4-2-3-1, ndr): comprendo il fatto che un allenatore, quando apprezza particolarmente le caratteristiche di un calciatore, sia portato a farlo giocare anche leggermente fuori ruolo pur di non rinunciarvi, ma non si tratta di quanto è avvenuto domenica scorsa contro la Fezzanese perché ai liguri, ormai privi di due uomini, nel secondo tempo mancava proprio l’uomo su cui impostare la ripartenza e la presenza di Capparella a centrocampo e di Matteo Frati sulla trequarti erano comunque funzionali a impostare l’azione e a innescare Federico DionisiVieri Regoli Simone Rossetti che, da veri e propri stoccatori quali sono, stazionavano in area di rigore.

Tra il marzo 2022 e il febbraio 2023, hai affrontato e sconfitto Indiani, per due volte su tre: in entrambe le occasioni, la gara si è conclusa con il risultato di 1 a 0 e il tecnico di Certaldo ha vinto il campionato di Serie D. Ti ricordi come riuscisti a imbrigliare, prima, il San Donato Tavarnelle e, poi, l’Arezzo?

Mah, furono in entrambi i casi tre punti meritati: non perché sono di parte, ma perché fu effettivamente così. A Cascina, contro il San Donato Tavarnelle, Indiani disponeva di Federico Russo, Edoardo Marzierli Alessio Zini, ma io avevo una coppia di difensori centrali molto forti, formata da Gino Bernardini e Alessio Biagioni, e schierai Dennis Rossi, un ragazzo giovane oggi al Castelnuovo, a tutto campo su Russo: l’attaccante ex Lucchese non toccò palla, noi riuscimmo a neutralizzare la loro fase offensiva e ad andare in gol con Mattia Mencagli, grazie a una disattenzione difensiva di Regoli e del portiere Christian Balli. Ad Arezzo, invece, andò diversamente: il nostro portiere Jacopo Pagnini parò un rigore ad Andrea Settembrini, noi trovammo il gol ancora con Mencagli, l’Arezzo ebbe le sue occasioni ma, una volta che gli uomini di Indiani rimasero in inferiorità numerica, avemmo anche l’occasione di raddoppiare per cui fu bravo il portiere nell’episodio del rigore, ma non rischiammo tantissimo.  

Domenica si ritroveranno di fronte Livorno e Grosseto, le due grandi deluse dello scorso campionato: si può parlare di primo crocevia della stagione? Ti aspetti Tani o Cardelli in porta?

Parlare di Livorno-Grosseto come di un primo crocevia della stagione mi sembrerebbe alquanto inappropriato perché il campionato è appena iniziato e mancano ancora tante partite al termine: sicuramente sarà una bella partita tra due allenatori navigati (Indiani e Roberto Malotti, ndr) e tra due squadre che non avranno remore nell’affrontarsi; il tecnico dei maremmani è uno di quegli allenatori che preferisce la costruzione dal basso, buttare la palla in avanti e andare a giocare sulle seconde palle. Per com’è costruito, il Grosseto è una squadra che ama e che soffre le ripartenze per cui il Livorno dovrà essere molto attento in fase difensiva: i maremmani hanno gli uomini per risolvere la partita in qualsiasi momento e, ciononostante, pur avendo cambiato poco rispetto allo scorso campionato, non sono in grado di andare a vincere il campionato. Diversamente dal Livorno e dal Siena che, dopo essere partito molto bene con tre vittorie di misura conquistate anche contro avversari importanti (San Donato Tavarnelle, Aquila Montevarchi e Flaminia Civitacastellana, ndr), dovrà dimostrare di riuscire a tenere il passo intrapreso. Per una questione di esperienza, di abitudine e di attitudine a disputare certe partite, domenica mi aspetto di vedere Cardelli al posto di Tani, ma soltanto per questi motivi.